Il Parco Nazionale del Cilento

Il Cilento è terra delle dolci colline, ricoperte da distese di ulivi che si specchiano nel blu mare Tirreno. Allo stesso tempo è la terra dei paesaggi aspri, marcati da vivaci torrenti, ricamata da boschi di castagni e di lecci e da paesi abbarbicati alle rocce o adagiati sulle rive dei fiumi. Paesaggio unico ed irripetibile. A determinare questo affresco sono i monti del Cilento quali Centaurino, Gelbison, Alburno, Cervati, Cavallara, Castelluccio e Monte Bulgheria.

A Nord il paesaggio scavato da torrenti perennemente in piena, presenta un aspetto lunare reso brullo dalla “povertà” dei terreni. A Sud diventa ricco di boschi mediterranei e faggeti o di prati a lavanda. Numerose sono le forme carsiche con formazioni di stalattiti e stalagmiti, doline e ighiottitoi, grotte, gallerie e cavità ancora inesplorate.

Nel Parco ci sono circa 1800 specie diverse di piante autoctone spontanee di cui circa il 10% sono classificate rare. La più importante è la Primula di Palinuro (Primula palinuri), simbolo del Parco, specie paleoendemica a diffusione estremamente localizzata. Nel corso del mutamento del territorio le piante hanno occupato tutte le nicchie ecologiche disponibili e si sono, lentamente e gradualmente, evolute ed associate in comunità di piante altamente specializzate ed in equilibrio con l’Ambiente costituendo l’attuale paesaggio vegetale del Cilento.

Sulle spiagge, tra le comunità delle sabbie, è ancora presente il sempre più raro Giglio marino; sulle scogliere a diretto contatto con gli spruzzi del mare vive la Statice salernitana; le falesie costiere sono costellati di preziosi endemiti come la Primula di Palinuro, il Garofano delle rupi, la Centaurea, l’Iberide florida, la Campanula napoletana.

Nella macchia mediterranea, vive in due sole località costiere la Ginestra del Cilento (Genista cilentina) specie individuata soltanto nel 1993. Ma anche il Carrubo (Ceratonia siliqua), Ginepro rosso o fenicio (Juniperus phoenicea), lembi di leccete, boschetti a Pino d’Aleppo (Pinus halepensis). L’area costiera è permeata dai boschi sempreverdi, dalla macchia mediterranea e dagli uliveti, giardini quasi naturali che si confondono e si integrano nella calda natura delle coste cilentane.

Alle quote collinari interne e costiere le Querce secolari solitarie o in formazioni compatte insieme ad Aceri, Tigli, Olmi, Frassini e Castagni.
Più su, alle quote montate, i maestosi Faggeti che coprono e proteggono i monti. Sovente si incontra il raro Acero del Lobel (Acer lobelii).

Ancora più in alto, nel regno denso di silenzio delle alte rupi e delle vette dei Monti Alburni, del Cervati, del Motola, del Bulgheria vivono il rarissimo Crespino dell’Etna (Berberis aetnensis) Sassifraghe endemiche dell’Appennino centro-meridionale (come Saxifraga paniculata subsp. stabiana, Saxifraga ampullacea e la rara Saxifraga porophylla), l’Aubrieta columnae subsp. columnae, le Centauree di montagna ed altre rare specie.

Ancora piccoli boschetti spontanei di Betulla (Betula pendula), l’Abete bianco (Abies alba) ed il Bosso (Buxus sempervirens) ed Platanus orientalis autoctono dei dintorni di Velia.

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La Fauna

La fauna del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è assai diversificata in virtù dell’ampia varietà di ambienti presenti sul territorio. Aree costiere e montane, fiumi impetuosi e ruscelli, rupi e foreste, determinano altrettante comunità faunistiche dove spesso emerge la presenza di specie di alto valore naturalistico. Sulle vette, sulle praterie di altitudine e sulle rupi montane sono frequenti l’Aquila reale (Aquila chrysaetos) e le sue prede d’elezione: la Coturnice (Alectoris graeca) e la Lepre appenninica (Lepus corsicanus). La presenza di queste due ultime specie è biologicamente importante in quanto rappresentano popolazioni autoctone appenniniche, oramai estinte in buona parte del territorio. L’aquila divide questo ambiente con altri rapaci come il Falco pellegrino (Falco peregrinus), il Lanario (Falco biarmicus), il Corvo imperiale (Corvus corax) ed il Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax).

Tra i pascoli è facile osservare l’arvicola del Savi (Microtus savii), un piccolo roditore erbivoro predato dalla Volpe (Vulpes vulpes), dalla Martora (Martes martes) o anche dal Lupo (Canis lupus) specie quest’ultima la cui popolazione sembra essere in leggera crescita. Tra gli stessi prati, regno di numerose specie di farfalle, vivono la Lucertola muraiola (Podarcis muralis) e la Luscengola (Chalcides chalcides) peculiare per la sua somiglianza ad un piccolo serpente ma dal quale differisce per la presenza di piccoli arti.

Tra la ricca avifauna delle foreste di faggio le specie più tipiche sono il Picchio nero (Drycopus martius), il Picchio muratore (Sitta europaea) e il Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula), mentre di grande interesse è la presenza dell’Astore (Accipiter gentilis) uccello rapace la cui distribuzione è in declino.

Sugli alti alberi vivono anche mammiferi come il Ghiro (Myoxus glis) o Quercino (Eliomys quercinus), mentre altri piccoli roditori frequentano tane scavate tra le radici, come nel caso dell’Arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), o tra le piccole radure che si aprono nella foresta, come il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus) e il Topo dal collo giallo (Apodemus flavicolis). Questi piccoli roditori sono tra le prede preferite del Gatto selvatico (Felis silvestris), la cui presenza rappresenta un’altra emergenza naturalistica di grande interesse. Sulla corteccia degli alberi vive inoltre un raro insetto: il coleottero Rosalia alpina, specie di importanza europea.

Molto ricca è anche la fauna dei corsi d’acqua dove senza dubbio domina la popolazione di lontre (Lutra lutra) forse più ricca d’Italia. Nelle aree più prossime alle sorgenti, dove l’acqua è più fredda, più costante ed i folti boschi ripariali forniscono abbondante ombra, vivono la rara Salamandra dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), endemismo italiano di grande interesse naturalistico, e la più comune Salamandra (Salamandra salamandra).

Nei siti con acque più limpide e ricche di ossigeno abbondano la Trota (Salmo macrostigma) ed il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), lungo le sponde sono frequenti piccoli trampolieri limicoli come il Corriere piccolo (Charadrius dubius) mentre nelle piccole pozze la Rana italica, la Rana dalmatina, l’Ululone dal ventre giallo (Bombina pachypu) e il Rospo (Bufo bufo); tra le gole rocciose il raro Biancone (Circaetus gallicus) rapace di grandi dimensioni che si nutre prevalentemente dei rettili che frequentano il Parco. Tra questi ultimi la Lucertola campestre (Podarcis sicula), il Ramarro (Lacerta viridis), il Cervone (Elaphe quatuorlineata) il Biacco (Coluber viridiflavus), la Vipera (Vipera aspis) e la Natrice (Natrix natrix).