Abbazia di San Nazario

Mentre ero intendo alla affannosa ricerca di notizie sull’Abbazia di San Nazario mi sono imbattuto in un articolo scritto da Don Aniello Adinolfi, nipote del grande Don Pasquale Allegro. A Don Pasquale devo tanto: il latino,la grammatica,l’analisi logica, Omero, Virgilio, Manzoni, Pascal ed il gioco degli scacchi.
Avevo il privilegio di consultare un vocabolario: Calephinus.

Riporto per intero quanto scritto da Don Aniello.
“Nell’anno 939 circa, il giovane trentenne Nicola, proveniente da Rossano Calabro, raggiunse l’Abbazia intitolata al grande martire s. Nazario, per realizzare la sua vocazione monastica e consacrarsi al servizio di Dio.
Ricevuto l’abito dalle mani dell’egumeno, cambi il nome di battesimo in quello di Nilo. In quell’Abbazia, il monaco Nilo rimase quaranta giorni, impiegati nella preghiera, nelle pratiche ascetiche e nello scrivere con la sua bella grafia sulle pergamene. Rimprover anche un tiranno locale, chiamato “Conte”, per la sua condotta immorale e gli profetizzò la prossima misera fine, come poi si verificò.
Dopo quel tempo, ritornò dai santi Padri del Mercurion, rifiutando di diventare egumeno di un monastero vicino a quello di San Nazario. L’Abbazia di San Nazario, al tempo in cui san Nilo vi ricevette l’abito monastico, ospitava una piccola comunit di monaci greci ed era una delle tante Abbazie esistenti nella zona, fondate in gran parte dai monaci fuggiti dall’Oriente a causa delle persecuzioni iconoclaste e da quelli che avevano lasciato la Sicilia quando l’isola fu occupata dagli Arabi.

L’Abbazia di San Nazario, collocata inuna valle, sulle rive di un fiume, si trovava al centro di quella che oggi conosciuta come la Valle del Lambro e del Mingardo, e che fa parte di un territorio pi ampio, il Cilento. Essa, distrutta certamente dai Saraceni – le cui razzie furono predette dallo stesso s. Nilo – fu rifondata dopo il Mille dai monaci benedettini. L’Abbazia continu ad esistere fino al XVI secolo, quando fu data in Commenda dal Papa Pio IV al Capitolo della Basilica Vaticana. E cos, dal 1564 fino a tutto il XVIII secolo, l’Abbazia di San Nazario, esente dalla giurisdizione del Vescovo di Capaccio, dipese dal Capitolo di San Pietro, che amministrava i numerosi beni, come risulta da un inventario del 1613 conservato nell’Archivio storico della Diocesi di Vallo della Lucania.

Non lontano dall’Abbazia, sulla riva opposta del fiume sul quale sorgeva, si costitu fin dalle origini un piccolo centro abitato, che prese lo stesso nome dell’Abbazia, e che fu anch’esso soggetto al Capitolo di San Pietro.

Ai nostri giorni, San Nazario una piccola frazione del Comune di San Mauro La Bruca (SA), e i suoi abitanti sono tenacemente legati alla loro chiesa parrocchiale, che, seguendo l’antica tradizione dei padri, continuano a chiamare l’Abbazia.
L’attuale chiesa parrocchiale, edificata nella forma attuale nel 1730 e soggetta da allora a numerosi interventi di restauro, sorge sul luogo in cui si trovava l’antica Abbazia, nella quale s. Nilo divenne monaco.
Il compianto parroco Mons. Pasquale Allegro (1913-1994), che ha curato le parrocchie di San Nazario e di San Mauro La Bruca per 45 anni, nell’eseguire lavori di restauro alla chiesa parrocchiale di San Nazario, ritrov l’abside semicircolare dell’antica chiesetta dell’Abbazia, inglobato nell’arco maggiore dell’attuale chiesa, quando essa fu costruita nel 1730.